Transizione energetica e formazione tecnica: come gli ITS preparano i giovani ai lavori del futuro
Giovani, formazione e green jobs: il ruolo delle competenze nella transizione energetica
A pochi giorni dall’evento, resta forte l’eco dell’Open Day ospitato nella sede romana di MAIRE, che ha riunito studenti, scuole, professionisti e aziende per confrontarsi su una delle sfide centrali del nostro tempo: quali competenze servono ai giovani per affrontare la transizione energetica e trovare un ruolo da protagonisti nei lavori del futuro?
Un tema che trova una naturale connessione con lo spirito di Maker Faire Rome, dove innovazione, formazione e sostenibilità si incontrano per progettare nuove soluzioni.

Giovani protagonisti della transizione: testimonianze dal campo
L’incontro si è aperto con le esperienze dirette di due studenti coinvolti nei progetti della Fondazione MAIRE – ETS, che punta a valorizzare il talento giovanile attraverso percorsi formativi concreti legati alla transizione energetica.
Marco Valerio Frega, partecipante alla summer school del progetto MAIREmpower, ha sottolineato il valore della diversità come leva di crescita:
“Eravamo 20 ragazzi con provenienze diverse, un gruppo multidisciplinare dove la diversità è diventata un punto di forza. È da lì che nascono idee nuove, spirito di squadra, innovazione.”
Martina Alfieri, studentessa del quarto anno, ha partecipato al percorso “5 passi da… ingegnera!” – realizzato in collaborazione con ENEA – per avvicinare le ragazze alle discipline STEM e incrementare il numero di donne nel settore dell’energia e in particolare nel settore della transizione energetica:
“Il progetto mi ha aperto mondi che da sola non avrei esplorato, come la transizione energetica o le nuove tecnologie. Voglio studiare ingegneria chimica: è un percorso che richiede molti sacrifici, ma la passione fa la differenza.”
Due storie che mostrano come la passione e la curiosità possano trasformarsi in competenze, soprattutto se i giovani vengono messi nelle condizioni di crescere attraverso esperienze concrete e il contatto con chi ogni giorno lavora per rendere reale la transizione energetica.
Soft skills, AI e contesto: cosa chiedono oggi le aziende
A delineare le competenze più richieste dal mercato è stato Edoardo Di Bari, KT – Head of Human Resources, che ha evidenziato l’importanza non solo delle abilità tecniche, ma anche delle soft skills:
“Adattamento, senso critico, padronanza dell’inglese e capacità di comprendere e usare l’intelligenza artificiale sono ormai imprescindibili.”
Strumenti come machine learning, data analytics e automazione stanno già trasformando il settore, ma la tecnologia non è sufficiente:
“Serve saper leggere i contesti, trovare soluzioni, integrare l’innovazione in sistemi complessi. È l’intelligenza umana – fatta di sapere e saper fare – a guidare davvero il futuro.”
ITS Academy: percorsi formativi per affrontare il cambiamento

Secondo il World Economic Forum, entro il 2030 cambierà il 22% delle competenze richieste e nasceranno oltre 170 milioni di nuovi posti di lavoro, in gran parte legati a transizione ecologica, digitale e data economy.
In questo contesto si inserisce il modello ITS Academy, percorsi biennali post diploma che uniscono teoria, laboratori, project work e stage in azienda. A parlarne è Carlo Nicolais, Vice President Institutional Relations, Communication & Sustainability di MAIRE e General Manager della Fondazione Green Innovation:
“Dobbiamo entrare nell’idea che non esiste un’unica strada. L’università è un’opzione, ma non è l’unica. I percorsi tecnici sono validi, riconosciuti dal Ministero, permettendo ai giovani di sviluppare competenze pratiche, di mettere alla prova le proprie soft skills e di crescere sul campo.”
MAIRE ha contribuito alla creazione della Fondazione Green Innovation. Si tratta di un partenariato composto da istituti scolastici, grandi imprese, enti di formazione e università con il quale è stato vinto un bando pubblico per costituire un nuovo ITS Academy per la transizione energetica nella Regione Lazio.
L’obiettivo è chiaro: formare tecnici altamente qualificati, capaci di affrontare le sfide di decarbonizzazione, economia circolare e innovazione sostenibile, unendo competenze verticali a soft skills trasversali.
Gli ITS offrono percorsi gratuiti biennali che consentono di ottenere un diploma riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione unendo teoria, laboratori pratici, project work e stage aziendali.
“È un’alternativa concreta, costruita sulle esigenze reali del mondo produttivo. Non è solo un titolo, ma un trampolino verso il mondo del lavoro e l’innovazione.”
Scuola, territorio, imprese: serve una rete per orientare i giovani
Un messaggio condiviso anche da Giuseppina Focilli, dirigente dell’I.I.S. “Piazza della Resistenza, 1” di Monterotondo:
“I ragazzi sono bombardati di stimoli. Il nostro compito è guidarli verso scelte consapevoli, aiutandoli a costruire il proprio futuro.”
La dirigente ha sottolineato l’importanza del modello 4+2: quattro anni di scuola superiore seguiti da due in ITS, per offrire formazione pratica e professionalizzante, perfettamente in linea con le esigenze del mercato.

Green jobs e nuove competenze: un’urgenza condivisa
Uno studio condotto dalla Fondazione MAIRE – ETS con IPSOS, presentato alle COP 28 e 29, ha evidenziato come la mancanza di competenze sia uno degli ostacoli principali alla transizione energetica globale.
Secondo Unioncamere (2024), in Italia si prevedono 2,3 milioni di green jobs entro il 2028, e il 56% delle imprese sta già investendo in competenze verdi.
“In questa fase storica, la presenza dei giovani è fondamentale – ha ricordato Nicolais –. Non possiamo pensare di affrontare la transizione energetica senza di loro. È da loro che può arrivare l’energia per guidare il cambiamento.”
Da Maker Faire Rome al mondo del lavoro: il ponte delle competenze
Il messaggio dell’Open Day MAIRE dialoga perfettamente con le tematiche al centro di Maker Faire Rome: tecnologie emergenti, formazione tecnica, intelligenza artificiale, sostenibilità.
Costruire reti tra scuola, imprese e territori non è più un’opzione, ma una strategia necessaria per rendere i giovani protagonisti consapevoli di una trasformazione che li riguarda da vicino.
Perché la vera energia del futuro non è solo quella che alimenta gli impianti, ma quella che nasce dalla testa e dal cuore delle nuove generazioni.
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