Espositori 2019



Partiture Spaziali: Altre Musiche per altri mondi
Partiture Spaziali: Altre Musiche per altri mondi

Partiture Spaziali: Altre Musiche per altri mondi

L'installazione raccoglie un compendio del progetto omonimo itinerante racchiuso nel piccolo spazio di
una tenda da campeggio: sculture modellate in vr e stampate in 3D con successivi interventi di strumento
manuale, opera di realtà virtuale, musica elettronica sperimentale dal vivo, stampe dipinti e altro, tutto
nella tenda, a trasformarla nel luogo di un originario e futuristico rituale di passaggio dal qui all'oltre.
L'ambiente opera totale, che comprende in essa anche l'artista e la curatrice del progetto impegnati in
veste di "sciamani guida", in questa esperienza che prima di tutto li pone di fronte alla riscoperta di loro
stessi e al modo in cui percepiscono ed intendono il mondo, emerge come portale dimensionale attraverso
il quale vedere un altrove concreto. Per muoversi in questo mondo altro il fruitore deve apprendere ad
esempio un nuovo modo di muoversi nello spazio, camminare, ma qui non si trova nulla del mondo come
lo conosciamo, nessuna delle cose che stanno qui è copia di qualcosa che sta nella cosiddetta realtà,
perciò esplorare quest'opera significa esattamente esplorarne l'ignoto. Caratteristica ulteriore di questa
versione stradale anche l'aspetto relazionale dell'opera che in questo caso va a insediarsi nella dimensione
legata al sugestivo e misterioso mondo delle giostre, del circo e in generale delle varie arti performative di
strada: qui l'artista non è solo il creatore dell'opera ma se ne fa parte stessa cimentandosi in una
performance di improvvisazione di musica elettronica sperimentale (allestendo in un angolino della tenda
un piccolo set di sintetizzatori) che si fa l'ambiente sonoro dell'esperienza dell'avventore. Nel frattempo la
curatrice, che a sua volta è presa in un fare performativo, diviene qualcosa a metà fra sacerdotessa e
assistente tecnico, guidando ogni singola persona ad introdursi nella dimensione in cui stanno per entrare.
Qualche specifica sul progetto
Partiture Spaziali. Altre musiche per Altri mondi e un progetto modulare ad ogni livello: non solo ogni
pezzo che lo compone è espressione di un processo di rimodulazione nello spazio e nel tempo del
medesimo segno musicale "evaso" dal pentagramma (la croma che è attore principale di tutte le opere con
i loro differenti linguaggi che diventato un coro polifonico) ma a sua volta le varie opere vanno
costantemente a rimodularsi tra loro nella disposizione che costruisce l'ambiente totale di volta in volta
cangiante. Oltre che per vari spazi espositivi tra cui il Museo MACRO di Roma, dove ad sono state
esposte financo le macchine di produzione, fin dall'inizio è prevista questa soluzione che tramite l'uso di
una o più tende da campeggio intese come architetture mobili tramite le quali sviluppare il concetto e le
possibili pratiche di quello che mi piace chiamare "accampamento espositivo". Tutto ciò a proseguire un
ormai lungo percorso che iniziai anni fa con il progetto Segnali Viandanti (che esponeva videinstallazioni
in tende da campeggio) e che nel corso degli anni è tornato in più riprese, evolvendosi continuamente e
accogliendo sempre ulteriori linguaggi tra le forme di espressione più avanzate di cui l'umanità disponga.
Italy


Partiture Spaziali: Altre Musiche per altri mondi

Lino Strangis

Lino Strangis è un artista multimediale (videoarte, videoinstallazioni e videosculture, realtà virtuali, performance, sculture 3D, video-scenografie, sound art) musicista sperimentale e regista (teatro, cinema, tv) nato a Lamezia Terme il 19/01/1981, vive e lavora a Roma, Torino e Pisa.

Curriculum vitae
Già musicista polistrumentista (strumenti acustici, elettroacustici, elettronici, autocostruiti, digitali), laureato in Filosofia (indirizzo Estetica), durante gli studi universitari, dopo aver avuto i primi esordi nel campo della pittura e delle installazioni, individua le arti audiovisive sperimentali e la ricerca dell'intermedialità come linguaggio prediletto e dopo brevi trascorsi nell'underground romano, tiene la sua prima personale ufficiale nel 2005, al MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, a cura del direttore Simonetta Lux.

Dal 2006 partecipa a numerosi festival, mostre e rassegne storiche internazionali in Italia e all'estero (ARS ELECTRONICA, Biennale del Mediterraneo, Videoformes, City Sonic, Proyector, Athens Videoart Festival, Invideo,...) e tiene diverse esposizioni personali in gallerie private e prestigiosi musei tra cui MACRO (Roma), MAXXI (Roma), MUSEO PECCI (Prato), FABBRICA DEL VAPORE (Milano), MUSEO RISO (Palermo), MAUTO (Torino), PAN (Napoli), GAMC (Viareggio), WHITE BOX MUSEUM OF ART (Pechino), muBA (S.Paulo).

Attivo anche come sound e multimedia performer ha fondato vari progetti legati alla sperimentazione sonora e l'improvvisazione libera (da solo e con gruppi quali E.T.E.R.E. Project) ed è autore di musiche e sonorizzazioni per se stesso ed altri artisti. Impegnato anche come curatore, critico indipendente e organizzatore di eventi: ha fondato il gruppo curatoriale Le Momo Electronique e dal 2011 è direttore artistico del C.A.R.M.A. (Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate).

Dal 2015 è titolare del corso di Installazioni multimediali presso L'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dal 2016 di Computer Art all’Accademia di Belle Arti Alma Artis di Pisa, e dal 2012 al 2016 è stato professore a contratto presso il DAMS dell'Università Roma Tre dove ha tenuto il laboratorio di arti digitali.

Ideatore, saggista e curatore delle edizioni "Real Virtuality. Opere e pensieri di un artista nell'era del software" (Kappabit, 2017) e "La videoarte nel mondo del software” (libro+dvd, Palladino editore, 2012), ha anche scritto per diverse riviste e pubblicato saggi su diverse edizioni ed è co-autore e regista di "Entr'acte Intermediale" (programma televisivo dedicato alla videoarte).

Importanti sono anche i suoi impegni nel campo delle installazioni ambientali e delle scenografie multimediali e interattive: dal 2011 collabora agli spettacoli teatrali di Carlo Quartucci e Carla Tatò, ha realizzato le video-scenografie per spettacoli musicali quali SHAMANS OF DIGITAL ERA (che ha anche ideato) e il 70° GALA CONCERT del conservatorio nazionale del Kazakistan.

Hanno scritto di lui e curato sue mostre alcuni dei più noti esperti del settore tra cui Marco Maria Gazzano, Lorenzo Taiuti, Piero Deggiovanni, Francesca Gallo, Anna Maria Monteverdi, Bruno di Marino, Veronica D'Auria, Valentino Catricalà, Maurizio Marco Tozzi, Giacomo Ravesi, Mariagrazia Costantino. Le sue opere sono state esposte al fianco di quelle di artisti come Nam June Paik, Bill Viola, Robert Cahen, Studio Azzurro, Miao Xiaochun, Steina e Woody Vasulka, Gianni Toti

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Dati aggiornati il 09/04/2024 - 16.17.20